Tanti di noi che possiedono una PEC sono abituati a controllarla solo di rado.
D'altronde, probabilmente chi ne ha una ha anche una o più caselle di posta elettronica ordinaria e accedere ogni giorno a ciascuno di questi account può essere davvero una seccatura.
Purtroppo, abituandosi a fare così si rischia di non leggere comunicazioni importanti se non quando è ormai troppo tardi.
Un tipico esempio sono le multe stradali che, dal febbraio del 2018, possono essere notificate anche via PEC.
Ti è capitato di riceverne una nella tua casella di posta elettronica certificata, ma te ne sei accorto solo dopo molto tempo?
Forse, hai pensato che, non avendola ancora letta, il tuo mancato pagamento della sanzione sia giustificato di fronte alla legge. D'altronde, sono in tanti a pensarla così.
Ma sei certo che le cose stiano davvero in questo modo?
Ti spiego tutto nel seguente articolo.
Devi sapere che una comunicazione via PEC funziona esattamente come una raccomandata con ricevuta di ritorno.
Immagina di aver preso una multa stradale per divieto di sosta. Il vigile che ha firmato la contravvenzione ti ha spiegato che la notifica arriverà a casa tua tramite raccomandata.
Attendi qualche tempo ed ecco che arriva la busta che aspettavi: firmi la ricevuta di ritorno, ricevi la notifica e la conservi nel cassetto, dimenticandoti di consultarla e, soprattutto, di provvedere al pagamento della sanzione.
In un caso del genere pensi, forse, di poter evitare ulteriori conseguenze sostenendo di non aver mai letto il contenuto della raccomandata?
Certo che no!
Per la legge è sufficiente che tu l'abbia accettata. E se non hai mai letto il contenuto, la responsabilità è tua.
Ecco, lo stesso vale per la PEC.
Una volta che la multa è arrivata alla tua casella di posta elettronica certificata, e che è stata prodotta la relativa notifica di avvenuta consegna in favore del mittente, per la legge sei obbligato a provvedere al pagamento della contravvenzione, che tu l'abbia letta o no.
In caso contrario saresti considerato moroso e potresti ricevere ulteriori sanzioni pecuniarie.
Devi sapere che le multe non possono essere notificate via PEC in qualunque caso, ma solo in situazioni ben specifiche.
In particolare, è necessario che il cittadino che ha ricevuto la sanzione abbia comunicato il proprio indirizzo di posta elettronica certificata all'autorità che l'ha comminata nel momento in cui è stata commessa un'irregolarità.
Di conseguenza, non è possibile farlo se l'infrazione non è stata accertata sul momento da un organo di polizia, ad esempio quando viene rilevato il superamento del limite di velocità da parte di un autovelox. Lo stesso vale per le contravvenzioni comminate in seguito all'attraversamento di un incrocio con semaforo rosso registrato da una telecamera.
Inoltre, una multa può essere notificata tramite questo sistema anche quando l'infrazione è stata compiuta da un privato che ha già comunicato in precedenza la sua PEC. Anche in questo caso, però, l'irregolarità deve essere accertata da un organo di polizia.
In altre parole, è necessario essere colti in flagrante affinché la relativa multa sia legalmente valida quando viene spedita via PEC. In tutti gli altri casi è possibile fare ricorso nei tempi e nelle modalità previste dalla legge.
Prima di concludere è opportuno parlare di una casistica particolare: le multe inviate ai proprietari di un'impresa o ai liberi professionisti.
Cosa cambia rispetto ai privati cittadini?
La differenza risiede nel fatto che imprenditori e professionisti possono utilizzare la stessa PEC sia come domicilio digitale dell'attività che personale. In altre parole, è come se esistessero due titolari: uno è un privato cittadino e l'altro è il titolare di un'attività.
Ma perché è importante sottolineare questa differenza?
Il punto è che per legge tutte le aziende e i liberi professionisti (con pochissime eccezioni) sono obbligati a indicare un domicilio digitale che viene conservato nel database del Registro delle Imprese. Quest'ultimo può essere consultato liberamente sul web.
Di conseguenza, gli organi di polizia potrebbero notificare una multa via PEC a uno di questi soggetti anche senza avere mai ricevuto l'indirizzo dal titolare: basterebbe effettuare una ricerca sul portale del Registro delle Imprese e individuare la relativa PEC.
Il problema è che un'azione del genere potrebbe costituire una violazione delle norme sulla privacy qualora la notifica fosse indirizzata all'imprenditore o al libero professionista in quanto privato cittadino. Per questo motivo, tale procedura è legalmente valida solo quando effettuata nei confronti dell'imprenditore o libero professionista considerato in quanto tale.
Faccio un semplice esempio per illustrare meglio cosa intendo: se un imprenditore viene sanzionato mentre guida un veicolo di proprietà dell'azienda, allora le autorità possono liberamente ricercare la sua PEC attraverso il portale del Registro delle Imprese. Viceversa, se guida un mezzo di proprietà sua in qualità di privato cittadino, allora gli organi di polizia non possono eseguire tale ricerca perché costituirebbe una violazione della privacy.
In questo articolo abbiamo spiegato che una multa notificata via PEC è valida anche se non viene letta, a patto che rientri nelle casistiche sopracitate per le quali la legge ammette il ricorso a questa modalità di comunicazione.
In tutte le altre situazioni, invece, la notifica non ha alcun valore ed è possibile opporvisi nei tempi e nelle sedi previste dalla normativa.
Fortunatamente la PEC non è utile solo per la ricezione di avvisi spiacevoli come le multe stradali, ma può essere usata per comunicare con pieno valore legale con le PA, le imprese e i privati cittadini in qualsiasi situazione.
Se non possiedi ancora questo servizio indispensabile, prima di salutarti voglio accennarti a SuperPEC, la proposta esclusiva di Letterasenzabusta.
Si tratta della prima PEC gratuita che si attiva a costo zero e si paga solo quando invii un messaggio certificato. E, per di più, si rinnova senza spendere un centesimo, per sempre!
Scopri di più su SuperPEC.