21 luglio 2021
Firma digitale
Da qualche anno stiamo assistendo ad un processo di digitalizzazione dei rapporti tra privati e la P.A. che ha chiamato in causa la creazione di piattaforme digitali capaci, nella teoria, di gestire il c.d. “flusso documentale”.
Lo Sportello Unico Telematico rappresenta, forse, la soluzione giusta per adeguare strutture e apparati alle nuove potenzialità dell’amministrazione digitale.
E questo non solo per i servizi alle imprese e alle attività economiche, che rappresentano la prima applicazione di questo modello organizzativo, ma per tutti i servizi al pubblico, compresa l’utenza “fragile” dei servizi sociali.
Lo Sportello Unico Telematico nasce, poco più di venti anni fa, con la legge Bassanini 1, che lo introdusse come strumento atto a coordinare il rapporto tra le imprese e pubbliche amministrazioni, con particolare riguardo ai procedimenti per la nascita di nuove imprese, assicurando all'utente una risposta unica e tempestiva.
Ciò nonostante, il servizio, almeno per i primi anni, non rispose alle previste aspettative.
Dobbiamo, infatti, attendere la direttiva Servizi (2006/123/CE), meglio conosciuta come direttiva Bolkestein, che ha rappresentato una svolta dirimente in tal senso, fino ad arrivare a qualche anno dopo, quando, cioè, il SUAP viene rilanciato da nuove fonti normative (L. n. 133/2008 e D.P.R. n. 160/2010), che introducono il concetto di Sportello telematico, inteso quale “unico soggetto pubblico di riferimento territoriale per tutti i procedimenti di attività produttive (…). Le domande, le dichiarazioni, le segnalazioni sono presentate esclusivamente in modalità telematica (…) al SUAP competente per il territorio”.
Il corretto ed efficiente utilizzo dello Sportello Unico Telematico presuppone il possesso di una serie di infrastrutture tecnologiche quali
Il portale permette di accedere anche con SPID, ma senza firma digitale non sarebbe possibile inviare le pratiche.
Il cittadino/imprenditore che dispone di un dispositivo di firma digitale può richiedere tutti i chiarimenti sui requisiti e le procedure da intraprendere, nonché procedere, una volta autenticatosi tramite lo SPID, all’invio di tutta la documentazione inerente la pratica in oggetto.
Come abbiamo visto, il dispositivo di firma digitale può essere attivato tramite:
Una validissima alternativa è CheFirma!, il servizio di firma digitale remota targato LetteraSenzaBusta e offerto gratuitamente dal provider certificato Intesi Group S.p.A.