03 agosto 2022
Pec
Avere tanti indirizzi e-mail può essere una seccatura quando arriva il momento di controllarli periodicamente per verificare se sono arrivati dei messaggi.
Per quanto riguarda la PEC, per fortuna c'è la possibilità di effettuare l'inoltro della posta in arrivo a una casella ordinaria così da evitare di dover accedere ogni volta al proprio account certificato.
In che modo si può impostare questa funzione e quali sono le conseguenze dal punto di vista legale sulla validità delle comunicazioni?
Le risposte nel seguente articolo.
Tutti i messaggi certificati ricevuti su una casella PEC possono essere reindirizzati a un altro indirizzo di posta elettronica configurando adeguatamente il proprio servizio di webmail direttamente dal sito del provider scelto.
Per la precisione, effettuando questa operazione ciò che viene inoltrata non è la comunicazione originale, bensì una copia. Si tratta di un particolare estremamente importante, come vedremo nel prossimo paragrafo.
Ad ogni modo, la configurazione della casella PEC per l'inoltro dei messaggi in arrivo funziona in maniera differente in base al gestore: di norma è necessario entrare nelle impostazioni del servizio di webmail e selezionare Inoltra, oppure Avvisi, o, ancora, Notifiche e via dicendo, inserendo l'indirizzo e-mail al quale si desidera ricevere i messaggi certificati.
Poiché sarebbe eccessivamente pesante per il lettore indicare la procedura esatta per ogni singolo provider, consigliamo di cercare queste informazioni direttamente nei rispettivi siti web nei quali vengono fornite guide apposite per impostare la propria casella.
Ciò che è importante sottolineare in questo articolo sono le conseguenze dell'inoltro delle PEC a un indirizzo di posta elettronica ordinaria: il valore legale di queste comunicazioni viene perso totalmente!
Spieghiamo rapidamente come funziona il sistema di invio e ricezione delle PEC in modo da evidenziare in che modo garantisce il valore legale delle comunicazioni informatiche.
Quando si invia un messaggio certificato, questo viene racchiuso in una sorta di busta virtuale sulla quale viene applicata la firma digitale del provider del mittente che certifica l'integrità del contenuto e l'identità del proprietario della casella.
Quindi la PEC viene inviata al server del gestore del destinatario che verifica l'integrità della firma sopracitata e, se il controllo va a buon fine, consegna il messaggio al rispettivo utente. Nello stesso tempo il sistema produce una ricevuta di avvenuta consegna che viene spedita al mittente, il quale grazie a questo file possiede una prova legale che certifica la comunicazione.
Cosa succede se si decide di programmare l'inoltro delle PEC a un indirizzo di posta elettronica ordinaria?
La conseguenza è che il messaggio esce dal circuito di certificazione e, dunque, perde il suo valore legale, anche in virtù del fatto che ciò che viene inoltrato è solo la copia di un documento originale.
Insomma, le e-mail in entrata su un indirizzo di posta elettronica ordinaria provenienti da una PEC non possiedono alcuna validità giuridica e non possono essere utilizzate per far valere i propri diritti in caso di contenzioso.
Ciò che vale realmente sono gli originali.
Naturalmente, nulla vieta di impostare la PEC per l'inoltro a un indirizzo ordinario in modo da ricevere le notifiche in un unico account e, in caso di bisogno, scaricare gli originali accedendo alla propria casella di posta elettronica certificata. L'importante è tenere a mente questa differenza nel valore legale ed evitare di confondere tra di loro il messaggio giuridicamente valido e la sua copia.
In questo articolo abbiamo illustrato in che modo reperire le informazioni per configurare l'inoltro automatico delle PEC a un indirizzo di posta elettronica ordinaria e perché questo procedimento causa la perdita del valore legale delle comunicazioni telematiche.
Sebbene impostare questa funzionalità sia piuttosto comodo per chi non vuole accedere ogni volta a diversi account per controllare le e-mail in arrivo, è opportuno tenere a mente ciò che è stato scritto in questo contributo, in modo da evitare di subire delle spiacevoli conseguenze nel momento in cui emergesse il bisogno di dimostrare la veridicità dei messaggi di posta elettronica.
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