02 agosto 2023
Pec
In un'era in cui la digitalizzazione è diventata una componente fondamentale della nostra quotidianità, la comunicazione con le Pubbliche Amministrazioni non fa eccezione.
In questo ambito, in tanti hanno ormai sentito parlare di domicilio digitale e posta elettronica certificata (PEC), ma quanti possono affermare con certezza di conoscere le reali differenze tra questi due termini?
Si tratta di un interrogativo tutt'altro che scontato, vista la poca chiarezza che, spesso, domina i contenuti informativi relativi ai servizi informatici. Nel seguente articolo analizzeremo questi due concetti per offrire una risposta precisa ai lettori.
Il concetto di domicilio digitale e quello di posta elettronica certificata sono, in qualche modo, legati a filo stretto tra loro, ma non sono la stessa identica cosa.
Per definire le loro differenze, la cosa più semplice da fare è descrivere le loro caratteristiche in maniera approfondita, in modo che la loro diversità l'uno dall'altro emerga in maniera naturale.
Il domicilio digitale non è altro che un equivalente, per l'appunto, digitale del domicilio fisico. Un indirizzo virtuale al quale, al pari di quello di residenza, possono essere ricevute tutte le comunicazioni ufficiali inviate al suo possessore.
Si tratta di un concetto introdotto nel più ampio processo di digitalizzazione del nostro Paese, allo scopo di semplificare i contatti tra cittadini e Pubbliche Amministrazioni, un percorso avviato fin dal 2005 con l'istituzione del CAD (il Codice dell'Amministrazione Digitale).
Tra gli obiettivi principali di questo processo vi sono:
Per una definizione precisa del domicilio digitale riportiamo quanto indicato sullo stesso CAD, il quale specifica che "il domicilio digitale è l’indirizzo elettronico eletto presso un servizio di posta elettronica certificata (di seguito PEC) o un servizio elettronico di recapito certificato qualificato, come definito dal Regolamento eIDAS, valido ai fini delle comunicazioni elettroniche aventi valore legale ai sensi dell’articolo 1, comma 1, lettera n-ter del CAD".
Ecco svelato, al termine del precedente paragrafo, il legame esistente tra domicilio digitale e posta elettronica certificata: la PEC può costituire il domicilio digitale stesso. Anzi, considerato che, al momento, non sono ancora stati regolamentati servizi di recapito certificato qualificato alternativi a quest'ultima, possiamo affermare che si tratta dell'unico sistema che permette di eleggere un domicilio digitale.
Ma in cosa consiste la PEC?
Detto in poche parole: funziona in modo simile alla posta elettronica ordinaria, quella che, probabilmente, utilizzi ogni giorno sul tuo account gmail, o hotmail o, ancora, outlook ecc. Ma, a differenza di quest'ultima, la PEC garantisce legalità, sicurezza e certezza dell’invio e della ricezione dei messaggi.
Essa, infatti, si basa su un sistema che genera una ricevuta ogni volta che un messaggio viene inviato e una seconda quando il messaggio viene consegnato al destinatario. Queste ricevute hanno valore legale e possono essere utilizzate come prova in caso di controversie.
In tema di domicilio digitale, c'è un ultimo appunto da fare, un'informazione di cui abbiamo parlato anche in altri articoli del blog, ma che, vista l'imminenza, merita di essere evidenziata ancora una volta: di recente è stato istituito l'INAD, l'Indice Nazionale dei Domicili digitali, una sorta di 'grande elenco telefonico' che raccoglie tutti i domicili digitali dei privati.
In questo modo, chi si è iscritto su questa piattaforma potrà comodamente ricevere le comunicazioni della PA tramite PEC, godendo della comodità, rapidità, sicurezza e riservatezza di questo servizio in alternativa alla lentezza e ai rischi di smarrimento legati agli invii tramite posta ordinaria.
Ma la notizia più importante da conoscere è che si ipotizza in maniera sempre più concreta che, a partire dal 30 novembre 2023, i messaggi della Pubblica Amministrazione inizieranno a essere spediti unicamente in formato informatico. DI conseguenza, ben presto chi non ha eletto un proprio domicilio digitale registrandolo sull'INAD potrebbe non ricevere più alcuna comunicazione da parte delle PA.
Un motivo in più per attivare una casella di posta elettronica certificata e registrarsi immediatamente su questa piattaforma.
In questo articolo abbiamo illustrato le differenze tra posta elettronica certificata e domicilio digitale. Questi sistemi non solo rappresentano il futuro della comunicazione con le Pubbliche Amministrazioni, ma già ora stanno diventando essenziali per garantire una comunicazione ufficiale rapida, efficiente e sicura.
La prossima deadline del 30 novembre 2023 sottolinea ulteriormente l'urgenza di adottare questi strumenti. Adattarsi ai tempi significa sapersi adeguare alle nuove modalità di comunicazione, e ciò è essenziale non solo per i singoli cittadini ma per la modernizzazione dell'intero Paese.
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- Domicilio Digitale e Posta Elettronica Certificata (PEC) sono concetti legati alla comunicazione digitale con le Pubbliche Amministrazioni (PA), ma presentano differenze chiave.
- Domicilio Digitale rappresenta un equivalente virtuale del domicilio fisico, un indirizzo elettronico dove vengono ricevute comunicazioni ufficiali. Introdotta per semplificare i contatti tra cittadini e PA, mira a migliorare efficienza, inclusione, ridurre costi e garantire sicurezza dei dati.
- La PEC è un sistema di posta elettronica che garantisce legalità, sicurezza e certezza di invio e ricezione dei messaggi. Utilizza ricevute legalmente valide per dimostrare l'invio e la consegna dei messaggi, risultando fondamentale in contesti di controversia.
- L'Indice Nazionale dei Domicili Digitali (INAD) è stato creato come un registro centrale per raccogliere gli indirizzi di domicilio digitale. Questo indice agevola la ricezione di comunicazioni PA tramite PEC, migliorando velocità e sicurezza rispetto alla posta ordinaria.
- Dal 30 novembre 2023, si prevede che i messaggi della Pubblica Amministrazione saranno spediti solo in formato informatico. Questo rende vitale avere un domicilio digitale registrato nell'INAD per ricevere comunicazioni ufficiali, sottolineando l'importanza di adottare PEC e domicilio digitale.
Cos'è il domicilio digitale?
Il domicilio digitale è un equivalente virtuale del domicilio fisico. È un indirizzo elettronico al quale possono essere inviate tutte le comunicazioni ufficiali inviate al suo possessore. Questo concetto è parte del processo di digitalizzazione per semplificare i contatti tra cittadini e Pubbliche Amministrazioni.
Posta elettronica certificata: in cosa consiste?
La posta elettronica certificata (PEC) funziona in modo simile alla posta elettronica ordinaria, ma garantisce legalità, sicurezza e certezza dell'invio e della ricezione dei messaggi. Si basa su un sistema che genera ricevute legali ogni volta che un messaggio viene inviato e consegnato, che possono essere utilizzate come prova in caso di controversie.
Il domicilio digitale è indispensabile per comunicare con le PA?
Sì, a partire dal 30 novembre 2023, i messaggi della Pubblica Amministrazione saranno spediti solo in formato informatico. L'Indice Nazionale dei Domicili digitali (INAD) è stato istituito recentemente per raccogliere tutti i domicili digitali dei privati. Questo permetterà di ricevere comodamente le comunicazioni della PA tramite PEC, garantendo rapidità, sicurezza e riservatezza.