20 settembre 2023
Pec
Prima di tutto partiamo con lo specificare che il domicilio digitale, in base alle normative europee, può essere eletto solo facendo affidamento su servizi digitali ben specifici e con determinate caratteristiche. Attualmente, l'unico servizio che rientra appieno in tutto ciò è la posta elettronica certificata.
Insomma, fin quando non ne saranno sviluppati altri altrettanto affidabili e conformi, quando si parla di domicilio digitale si parla di PEC.
In questo ambito, gli enti privati devono adempiere a degli obblighi ben specifici indicati dalla normativa. Vediamoli nel seguente articolo, esaminando anche perché a breve per tutti sarà necessario, in un modo o nell'altro, entrare in possesso di una PEC e come chiunque può facilmente andare incontro a questa necessità con la nostra posta elettronica certificata gratuita.
L'era digitale ha portato alla nascita di nuovi modi di comunicare, rendendo alcune metodologie tradizionali obsolete o inefficaci. Al centro di questa rivoluzione in Italia troviamo la Posta Elettronica Certificata (PEC), non solo come strumento di comunicazione, ma come fondamentale veicolo di trasparenza e sicurezza tra imprese, professionisti e Pubblica Amministrazione.
La genesi della normativa riguardante la PEC affonda le sue radici nella legge 2/2009 che ha rappresentato un punto di non ritorno..
In base ad essa non solo le Pubbliche Amministrazioni, ma anche alcuni specifici enti privati, ovvero le nuove società costituite a partire da quella data e i liberi professionisti iscritti a un ordine, sono stati obbligati ad attivare un indirizzo di posta elettronica certificata e a iscriverlo presso il Registro delle Imprese, così da renderlo pubblico per chiunque e garantire una comunicazione una maggiore trasparenza.
Una nuova norma del 2011, inoltre, ha esteso il tutto anche alle aziende preesistenti e il cerchio si è chiuso nel giugno 2013, quando l'obbligo di possedere una PEC e di iscriverla nel Registro Imprese ha iniziato a essere applicato anche nei confronti delle ditte individuali.
Fino ad oggi, sono questi gli enti privati che, di fatto, devono assolutamente eleggere un domicilio digitale, rappresentato, come detto in apertura dell'articolo, da un indirizzo di posta elettronica certificata. Tutti gli altri, tra i quali i professionisti non iscritti all'albo, ancora non sono obbligati a fare questo passo.
Nel corso degli anni la maggior parte degli enti privati ha risposto prontamente all'obbligo PEC attivando un indirizzo di posta elettronica certificata ed eleggendo, così, il proprio domicilio digitale.
Coloro che non l'hanno fatto, per negligenza o per qualsiasi altro motivo, invece, in un periodo iniziale non ha rischiato granché. A partire dal decreto legge 76/2020, noto comunemente come Decreto Semplificazioni, però, sono state introdotte delle misure punitive per chi non ha adempiuto a quest'obbligo, sotto forma di sanzioni pecuniarie.
In particolare, gli enti privati che rientrano tra quelli elencati nel paragrafo precedente che decidono di non dotarsi di un domicilio digitale tramite PEC rischiano di dover pagare multe che vanno da 206 a 2.064 euro per le imprese e da 30 ai 1.548 euro per le ditte individuali.
E per tutti gli altri soggetti privati, comprese le persone fisiche, che non rientrano nel dettato delle normative sopracitate?
Ovviamente, in assenza di obblighi in merito non rischiano alcuna sanzione, ma questo non significa che non ci siano conseguenze in caso decidano di non attivare una PEC e di utilizzarla per eleggere un domicilio digitale.
Spieghiamo bene questo punto: a partire dal giugno del 2023 è stato istituito l'INAD, l'Indice Nazionale dei Domicili digitali, un portale che ha lo scopo di raccogliere, per l'appunto, tutti i domicili digitali privati in modo da semplificare le comunicazioni tra il pubblico e i cittadini.
Da quella data tutti gli italiani hanno la possibilità di iscriversi al portale tramite una semplice procedura guidata che richiede il possesso di un sistema di identificazione informatica, come lo SPID, la CIE e la Tessera CNS, oltre che, ovviamente, la PEC.
Ora, è vero che si tratta di una possibilità che chiunque può decidere di non cogliere, nonostante sia assolutamente vantaggiosa in termini di risparmio di tempo e di materiale nella gestione delle comunicazioni con le PA. Tuttavia, chi sceglierà di seguire questa strada potrebbe trovarsi tagliato fuori.
Il motivo è semplice: si prevede che, a breve, la Pubblica Amministrazione comunicherà con i cittadini solo attraverso il domicilio digitale, di fatto abbandonando definitivamente il cartaceo. La data a partire dalla quale avverrà questo passaggio rivoluzionario sarà il 30 novembre 2023.
Insomma, di fronte a questi cambiamenti, quello che ci sentiamo di consigliare a tutti i nostri lettori ancora non soggetti all'obbligo di attivare una PEC è: richiedetene una ed eleggete il vostro domicilio digitale. Non rischiate di restare senza alcun mezzo per ricevere le comunicazioni delle PA.
In questo articolo abbiamo elencato quali sono gli enti privati che sono soggetti all'obbligo di possedere una PEC così da poterla registrare come domicilio digitale, ovvero aziende, liberi professionisti iscritti agli ordini e ditte individuali. Le sanzioni per chi non adempie alle normative in materia sono di tipo pecuniario e possono arrivare fino a 2.000 euro.
Per tutti gli altri soggetti privati, benché non obbligati dalla legge, è consigliabile eleggere un domicilio digitale al più presto viste le nuove modalità di comunicazione delle PA descritte nel paragrafo precedente. E per farlo, ricordiamo che, oltre a un sistema di identificazione digitale, è necessario possedere anche una casella di posta elettronica certificata.
Non ne hai ancora attivata una tutta tua?
Beh, se è così, ti suggeriamo di dare un'occhiata alla nostra posta elettronica certificata gratuita. Con la nostra offerta esclusiva, SuperPEC, hai a disposizione tutto quello di cui hai bisogno per eleggere il tuo domicilio digitale senza spendere un solo centesimo in abbonamenti e rinnovi annuali.
Non ti rubiamo altro tempo, ma ti invitiamo a leggere con i tuoi occhi tutti i vantaggi dell'offerta di Letterasenzabusta andando sulla pagina dedicata a SuperPEC.
- Attualmente, in base alle normative europee, il domicilio digitale può essere eletto solo attraverso servizi digitali specifici e affidabili, con la PEC che rappresenta l'opzione principale. In pratica, quando si parla di domicilio digitale in Italia, si sta facendo riferimento alla PEC.
- Gli enti privati, comprese le nuove società costituite dopo il 2009 e i liberi professionisti iscritti a un ordine, sono obbligati per legge a possedere una PEC e registrarla presso il Registro delle Imprese. Questo obbligo mira a garantire maggiore trasparenza nelle comunicazioni tra imprese, professionisti e la Pubblica Amministrazione.
- Chiunque non aderisca all'obbligo di avere una PEC rischia sanzioni pecuniarie, introdotte dal Decreto Semplificazioni del 2020. Le multe variano da 206 a 2.064 euro per le imprese e da 30 a 1.548 euro per le ditte individuali elencate nella normativa.
- A partire da giugno 2023, è stato istituito l'INAD, un portale che raccoglie tutti i domicili digitali privati per semplificare le comunicazioni tra il pubblico e i cittadini. Per iscriversi, è necessario possedere una PEC, insieme a un sistema di identificazione digitale come lo SPID, la CIE o la Tessera CNS.
- Si prevede che a partire dal 30 novembre 2023, la Pubblica Amministrazione comunicherà solo attraverso il domicilio digitale, abbandonando il cartaceo. Pertanto, è altamente consigliabile che tutti considerino l'attivazione di una PEC per evitare di rimanere senza mezzi per ricevere comunicazioni pubbliche.
Quali sono gli enti privati obbligati a possedere una PEC?
Gli enti privati obbligati a possedere una PEC includono le nuove società costituite a partire dalla legge 2/2009, i liberi professionisti iscritti a un ordine, e le aziende preesistenti a partire dal 2011. Le ditte individuali sono state incluse nel giugno 2013.
Quali sono le conseguenze per chi non adempie all'obbligo di avere una PEC?
A partire dal Decreto Semplificazioni del 2020, gli enti privati che non adempiono all'obbligo di avere una PEC possono essere soggetti a sanzioni pecuniarie che vanno da 206 a 2.064 euro per le imprese e da 30 a 1.548 euro per le ditte individuali.
Perché tutti dovrebbero attivare una PEC ed eleggere un domicilio digitale?
A partire dal giugno 2023, l'INAD (Indice Nazionale dei Domicili Digitali) sarà il principale mezzo di comunicazione tra il pubblico e i cittadini con la Pubblica Amministrazione. Chiunque non abbia una PEC potrebbe trovarsi tagliato fuori da queste comunicazioni, poiché si prevede l'abbandono definitivo del cartaceo a partire dal 30 novembre 2023.