11 ottobre 2024
News
La conservazione digitale ha rivoluzionato il modo in cui le aziende gestiscono i propri documenti. Dalle fatture elettroniche alle PEC, sempre più documenti vengono archiviati e conservati in formato digitale.
La gestione elettronica dei documenti rappresenta una grande opportunità per migliorare l'efficienza aziendale, semplificando la condivisione delle informazioni e riducendo l’uso di carta. Tuttavia, questa evoluzione pone sfide significative in termini di protezione dei dati personali.
I documenti digitali, infatti, possono contenere dati personali e sensibili che devono essere trattati e conservati in conformità con la normativa sulla protezione dei dati.
Il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR), entrato in vigore nel 2018, rappresenta il quadro giuridico principale in Europa per la gestione e la protezione delle informazioni personali.
Il GDPR è particolarmente rilevante per la conservazione digitale poiché definisce in modo preciso i diritti delle persone sul controllo dei loro dati, inclusi il diritto all'oblio e alla rettifica.
In questo articolo parleremo del diritto dei privati cittadini ad avere il pieno controllo sui propri dati personali e di come esso vada a influenzare le procedure di conservazione digitale. I documenti infatti, quanto contengono dati personali, non possono essere conservati a tempo indefinito.
Uno degli elementi centrali del GDPR è il diritto delle persone a controllare l’uso e il trattamento dei propri dati personali. Questo principio si applica in modo particolare alla conservazione digitale, dove le informazioni possono essere archiviate per lunghi periodi.
I dati personali, come nomi, indirizzi, dati di contatto e, soprattutto, dati sensibili (come quelli relativi alla salute o biometrici), devono essere gestiti con cura, seguendo i principi fondamentali stabiliti dal regolamento.
Tra questi diritti vi è il "diritto all’oblio", che permette agli individui di richiedere la cancellazione dei propri dati: quando non sono più necessari per lo scopo per cui sono stati raccolti, quando la persona revoca il consenso al loro trattamento, quando non esiste più alcun motivo legittimo per continuare il trattamento, se i dati sono stati trattati illecitamente o se devono essere cancellati in conformità con leggi specifiche. Inoltre, devono essere cancellati i dati raccolti per l'offerta di servizi della società dell'informazione.
Questo diritto è assai importante in un contesto digitale, dove la conservazione indefinita delle informazioni può esporre gli individui a rischi di violazione della privacy.
Tuttavia, il diritto all'oblio non è assoluto. Esistono situazioni in cui la conservazione dei dati è obbligatoria per legge, come nel caso delle fatture e delle scritture contabili che, secondo la normativa italiana, devono essere conservate per almeno dieci anni.
In questi casi, le aziende devono rispettare i tempi minimi di conservazione, senza possibilità di eliminare anticipatamente i dati, anche se richiesto dal soggetto interessato.
È essenziale quindi che le organizzazioni comprendano in quali casi la legge prevale sul diritto individuale e adottino misure appropriate per garantire la conformità.
Il GDPR stabilisce chiaramente il principio della "limitazione della conservazione", secondo cui i dati personali devono essere conservati per un periodo non superiore a quello necessario per il conseguimento delle finalità per cui sono stati raccolti.
Ciò significa che le aziende non possono mantenere i dati personali a tempo indeterminato, ma devono stabilire dei criteri per definire il periodo di conservazione adeguato.
In molti casi, il GDPR non fissa limiti temporali precisi per la conservazione, ma fornisce solo delle linee guida generali.
Quando non esistono direttive legali specifiche, spetta alle aziende stabilire una politica di conservazione dei dati che sia conforme ai principi del GDPR. Questa politica dovrebbe includere criteri chiari per determinare quando i dati non sono più necessari e devono essere cancellati.
Ad esempio, in ambito marketing, i dati dei clienti possono essere conservati solo per il tempo in cui l’azienda ha un legittimo interesse a utilizzarli, dopodiché devono essere eliminati o resi anonimi.
Un aspetto essenziale nella conservazione digitale è garantire che i dati personali siano conservati in modo sicuro e conforme alle normative vigenti. Per raggiungere questo obiettivo, è fondamentale che le aziende si affidino a intermediari accreditati per la conservazione digitale dall' AgID (dall’Agenzia per l’Italia Digitale).
Tali intermediari sono infatti specializzati nella gestione sicura e conforme alla legge dei documenti digitali, assicurando che i dati personali siano protetti secondo gli standard più elevati.
Affidarsi a un intermediario certificato offre diversi vantaggi. Garantisce, ad esempio, che la conservazione avvenga in un ambiente sicuro e protetto, riducendo il rischio di accessi non autorizzati o perdite di dati.
A questo scopo vengono adottate misure di sicurezza avanzate, come la crittografia dei dati e sistemi di autenticazione robusti, per proteggere i dati sensibili durante tutta la loro conservazione.
La conservazione digitale dei documenti, se gestita correttamente, può rappresentare un'opportunità per migliorare l'efficienza aziendale, riducendo al contempo i rischi legati alla gestione dei dati personali.
Tuttavia, per rispettare pienamente le normative, è fondamentale che le aziende adottino pratiche di conservazione conformi al GDPR, definendo chiaramente i tempi di conservazione e proteggendo i dati attraverso misure di sicurezza adeguate.
La conservazione digitale non è solo un obbligo normativo, ma anche un'opportunità per ottimizzare la gestione dei documenti e garantire la sicurezza dei dati sensibili. Per le aziende, adottare un sistema conforme al GDPR significa non solo rispettare i tempi di conservazione stabiliti dalla legge, ma anche proteggere i documenti con strumenti certificati che ne garantiscano integrità e accessibilità.
DocuCloud, il servizio esclusivo di Letterasenzabusta, offre una soluzione pratica e trasparente per archiviare i documenti digitali in modo sicuro per 10 anni. Grazie al modello di pagamento basato sui megabyte effettivamente utilizzati, elimina sprechi e costi inutili, assicurando al contempo la piena conformità alle normative italiane ed europee.
Visita la pagina dedicata al nostro servizio di conservazione digitale a norma e scopri può aiutarti a ottimizzare la gestione documentale, proteggendo i tuoi dati nel tempo.
Come conservare i documenti digitalmente in conformità con il GDPR?
Per conservare i documenti digitalmente in conformità con il GDPR, è necessario seguire le linee guida del regolamento che impone di garantire la protezione dei dati personali. Le aziende devono adottare misure di sicurezza adeguate, come la crittografia e sistemi di autenticazione robusti, e definire criteri chiari per il periodo di conservazione.
Cos'è il diritto all'oblio secondo il GDPR?
Il diritto all'oblio consente agli individui di richiedere la cancellazione dei propri dati personali quando non sono più necessari, quando il consenso al trattamento è revocato o in caso di trattamento illecito. Tuttavia, esistono eccezioni, come l'obbligo legale di conservazione per un certo periodo, ad esempio per le fatture.
Quali sono i limiti temporali per la conservazione dei dati secondo il GDPR?
Il GDPR stabilisce il principio della limitazione della conservazione, per cui i dati devono essere conservati solo per il tempo necessario alle finalità per cui sono stati raccolti. In molti casi, non vengono specificati limiti temporali precisi, e spetta alle aziende stabilire una politica di conservazione conforme al GDPR.